

Non ci illuda il fatto di essere di nuovo all'inizio.
"Sulla meridiana di una chiesa della Val d'Aosta sta scritto in patois:
È più tardi di quanto crediate". Quindi è meglio restare convinti che è
tardi, dato che il tempo concesso dalla Misericordia di Dio per la
nostra conversione è finito, dobbiamo entrare nei tempi della concordia
e pace che Dio ci viene a portare, e sarà Gesù a dare il via ad un anno
nuovo, ad un'era nuova. Sarà Gesù, non è stato il rintocco dell'orologio
alla mezzanotte del 31 dicembre con i botti immancabili che sempre
accompagnano quel momento. Ieri sera si trattava solo di un attimo che
succede ad un altro eppure gli uomini sembravano impazzire. E la loro è
una festa che sa di tragico, se non si sono ancora preparati per il
ritorno del Signore che si fa più vicino, per loro è sicuramente più
tardi di quanto credano, e non se ne rendono conto, che forse il tempo
per cambiare non ce l'avranno più. Quindi è più salutare pensare che
siamo alla fine, che ritenere che siamo all'inizio. Perché l'uomo non ha
nessun potere, come dice Gesù, neppure di allungare di un'ora sola la
sua vita, o di rendere nero o bianco un solo capello (tingerlo di fuori
magari, ma il capello all'interno resta come dice Gesù che ha – Lui solo
– parole di verità). E' di Dio il potere, non nostro, il potere di dare
un nuovo inizio a tutte le cose, e stamani veniamo qui a domandarglielo
umilmente. Come fa Dio a dare un nuovo inizio a tutto? Con una Mamma
nuova, che genera divinamente, e noi supplichiamo di essere parte di
quel Corpo Mistico da Lei generato. Mystici Corporis – come scriveva Pio
XII – di venerata memoria, servo di Dio.
Chiediamo, come dice la Parola di Dio, la benedizione che viene da Lui
solo. Ma quanti la cercheranno davvero, la considereranno importante
tale benedizione?
Dio benedì Adamo ed Eva, ma essi preferirono la maledizione; in seguito
capirono cosa avevano perso. Dio benedì Noè, ed egli diede inizio ad una
umanità rinnovata. Dio benedì Abramo fedele, ed egli diede inizio al
popolo ebreo, il popolo di Dio. Dio benedì Maria, ed Ella divenne la
Madre del Signore.
Al termine della vita e della storia, per l'ultima volta si udranno due
parole: «Venite benedetti», oppure, «Andate lontano da me, maledetti».
Il nostro Dio è Dio che benedice sempre e tutti; eredita la maledizione
solo chi rifiuta la benedizione di Dio.
La benedizione ci giunge anche attraverso quei messaggi che Gesù si
degna ancora di dare. In uno di essi dice:
Le anime sono da me amate tutte con infinito amore; se io fossi più
conosciuto, sarei più riamato. Non tutti mi stimano e mi trattano come
merita il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo.
C'è chi mi considera estraneo alla sua vita. Altri mi offendono e
continuano serenamente i loro affari, pensando: Prima di morire,
aggiusterò i conti con Gesù! Taluni fanno il male e quasi si arrabbiano
contro di me, perché faccio sentir loro il pungolo del rimorso. C'è chi
si dispera, pensando che le sue colpe hanno oltrepassato i limiti della
mia misericordia. Non pochi mi pensano cosi lontano, sino a perdermi di
vista. Anime, che si dicono pie, al momento della prova, quando poggio
la croce sulle loro spalle, pensano che io sia crudele e che non sappia
trattare i miei amici. Poi ci sono le anime che camminano sulla via
della mia volontà, disposte a qualunque sacrificio, pur di farmi
piacere. Io sono il fine del loro operare; mi tengono in cima ai loro
pensieri; nel cuore mi tengono come in un trono di amore.
Stanno vigilanti per non commettere venialità; se per caso mancano,
riparano, si umiliano e riallacciano subito i loro vincoli amorosi. Di
tali anime ne tengo in gran numero e sono esse che formano le mie
delizie. Le benedico di continuo, distribuisco con sapienza le loro ore
di gioia e di dolore, le sostengo nella prova. Le aspetto a braccia
aperte nella gloria del Paradiso, per ricompensarle di tutto l'amore che
mi dimostrano. Per costoro io sono il Gesù soave, dolce, sorridente.
Quando mi fermai a contemplare la città di Gerusalemme che si stendeva
sotto il mio sguardo, pensando all'ingratitudine dimostrata verso di me,
Messia, ed alla distruzione che l'attendeva, fui preso da tanta
tristezza che piansi. Quante anime mi tocca guardare con profonda
tristezza, perché non corrispondono alle mie cure e non sanno darmi che
dispiaceri! E su quante altre piango, prevedendo la loro eterna
perdizione!
Voglio vivere per te ed in te. Sinora ti ho tenuto in un cantuccio della
mia mente e del mio cuore; da ora in poi voglio pensarti spesso, con
gioia, con amore; il mio cuore deve battere per te solo, cercando di
piacerti istante per istante. Cosa mi giova per l'eternità il piacere
alle creature, il lasciarle contente di me, se non lascio pienamente
contento te, che sei il mio tutto e l'eterna ricompensa? Per consolidare
questo nostro proposito di inizio d'anno facciamo l'atto di
consacrazione alla B.V.M. Immacolata scritto da San Massimiliano Kolbe:
O Immacolata, Regina del cielo e della terra, rifugio dei peccatori e
Madre nostra amorosissima, cui Dio volle affidare l'intera economia
della misericordia, io N.N., indegno peccatore, mi prostro ai tuoi piedi
supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come
cosa e proprietà tua, e di fare con me e con tutte le facoltà della mia
anima e del mio corpo, con la mia vita, morte ed eternità, ciò che ti
piace. Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva
per compiere ciò che è stato detto di te: "Ella ti schiaccerà il capo" ,
come pure: "tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero",
affinché nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno
strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile
la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere, in
tal modo, quanto più possibile il benedetto Regno del sacratissimo Cuore
di Gesù. Dove tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e
della santificazione, poiché ogni grazia scorre attraverso le tue mani
dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi.
R. Concedimi di lodarti, o Vergine santissima.